IL PRIMO VIAGGIO

 

 

Tīrtha-yātrā. Così, in sanscrito, si definirebbe questo viaggio:

una "visita", un pellegrinaggio a un "guado" sacro,

ovvero a un luogo in cui, secondo la tradizione hindū,

è possibile attraversare il ciclo del saṃsāra 

e attingere la meta suprema del mokṣa.

Kāśī, la "Splendente", è il Luogo di tutti i luoghi: la più celebrata tra le sette città sante capaci di accordare la liberazione dalle rinascite; quella in cui sfolgora la luce imperitura del dio Śiva, il quale proprio qui, in questo sito antichissimo, mormora all'orecchio dei defunti il tāraka-mantra, la formula salvifica.

Meglio nota come Vārāṇasī, Banāras o Benares, Kāśī è il Mahāśmaśāna, il "Grande Terreno di Cremazione", dove incessantemente ardono le pire funebri. Morire qui, dove il sovrano e giudice dei trapassati, Yama, non ha giurisdizione, significa, per ogni hindū, affrancarsi per sempre dai legami del mondo fenomenico.

Kāśī è la città dei ghāṭ, le scalinate che conducono all'acqua del Gange, la dea-fiume Gaṅgā,

 Colei che, prima di gettarsi sulla terra, scorse impetuosa tra i capelli di Śiva. 

 

Secolo dopo secolo, questo vibrante spazio sacro è stato attraversato e abitato dai più illustri maestri, filosofi e sapienti dell'India.

 

"Qui è dove la membrana tra la Realtà trascendente e questo mondo è sottile al punto di essere trasparente." 

Diana L. Eck, Banaras. City of Light