Prepararsi al Viaggio in India, ovvero: l'Eccellenza umana di Benares (4)

Pubblicato il 15 aprile 2025 alle ore 15:46

 

 

 

Il Sole si rovesciò e penetrò il cielo,

Con un raggio perforò i nove pianeti

E diede protezione alla Luna in tutte le sue parti.

Il fuoco si manifestò e bruciò vecchiaia e sofferenza,

Circondò e uccise streghe e diavolesse.

 

Percorsi la strada fra la terra e il cielo,

Bevvi il nettare, il succo degli Āgama e dei Veda,

Sterminai spiriti maligni, spettri e demoni.

In una capanna di diamante, brandendo un bastone di diamante,

Impugnando una spada di diamante, uccisi la Morte.

 

Rāmānanda

(a cura di Pinuccia Caracchi)

Tra il XIV e il XV secolo, visse a Benares, al Pañcagaṅgā-ghāṭ (il n. 67 della lista tradizionale), anche il grande guru Rāmānanda, devoto a Rāma. Suo illustre discepolo fu il mistico e poeta Kabīr. Il movimento del Kabīr Panth ha il suo centro principale a Benares, nel Kabīr Caurā Maṭh.

«Kabīr aveva ricevuto ancora fanciullo, da una voce celeste, l'ispirazione di diventare discepolo di Rāmānanda, ma poiché la sua bassa condizione sociale e soprattutto l'essere i suoi genitori musulmani potevano costituire un grave ostacolo, egli ricorse a un espediente: sapendo che prima dell'alba Rāmānanda scendeva i gradini del ghāṭ per il bagno sacro, egli si stese sul suo cammino. Urtando il fanciullo, Rāmānanda esclamò: "Rām, Rām!" e da quel momento Kabīr si considerò suo discepolo avendo ricevuto da lui il mantra.» 

«Si era alla vigilia di Rāmnavamī, la festa che celebra la nascita di Rāma, e Rāmānanda era nella sua grotta sul Pañcagaṅgā-ghāṭ, attorniato da un folto gruppo di discepoli. Egli disse: "Domani è Rāmnavamī e io mi recherò al regno divino del Sāket. Voi resterete qui a celebrare la festa, io ci andrò da solo e non mi rivedrete più". Il giorno successivo, in occasione della festa si radunò sul ghāṭ una moltitudine di devoti per ascoltare gli insegnamenti del Maestro. Improvvisamente si udì forte e chiaro il suono della conchiglia di Rāmānanda provenire dalla sua grotta, i suoi discepoli vi entrarono, ma dentro non c'era nessuno: il Maestro era scomparso. Le sue pādukā, i sandali di legno, furono portate verso il Gange e davanti alla folla, addolorata e attonita, si trasformarono in pietra a perenne ricordo del Maestro.»

(Pinuccia Caracchi, Rāmānanda e lo yoga dei sant)