Prepararsi al Viaggio in India, ovvero: una storia di devozione e rinuncia dietro al nome del burning ghāṭ

Pubblicato il 18 aprile 2025 alle ore 08:20

Il virtuoso re Hariścandra incorse un giorno nella collera del saggio Viśvamitra, il quale mise alla prova la sua devozione, sfidandolo ad abbandonare il regno e ogni possesso, tutto eccetto il suo stesso corpo, la moglie e il figlio. Hariścandra accettò di buon grado ma, una volta giunto a Benares, di fronte alle nuove richieste dI Viśvamitra, fu costretto a vendere moglie e figlio e a prestare umilissimo servizio presso il ghāt crematorio, nella più misera delle condizioni.

Un giorno sua moglie giunse al ghāṭ col cadavere del figlio tra le braccia, ucciso dal morso di un serpente. I due si riconobbero e, disperati, decisero di immolarsi sulla pira funebre del fanciullo. Ecco allora che l'intera schiera degli dèi si manifestò per fermarli: il dio Dharma espresse il suo compiacimento per la rettitudine di Hariścandra e Indra, avvicinatosi alla pira, fece scendere una pioggia di nettare e fiori, riportando in vita il figlio del sovrano e accogliendo quindi la famiglia, finalmente riunita, nello svarga, il supremo paradiso.

(dal Mārkaṇḍeya-purāṇa)