"Vi sono due psicologie distinte ma interdipendenti che compongono la compassione: la psicologia che ci consente di essere motivati a confrontarci con la sofferenza, a restare con essa e a comprenderne le cause in modo non giudicante (cerchio degli attributi), e una seconda psicologia che ci consente di lavorare abilmente per alleviare e prevenire la sofferenza e le sue cause (cerchio delle abilità)."
Paul Gilbert

Amitābha, il Buddha della luce infinita, per beneficiare gli esseri immersi nella confusione e nella sofferenza, generò Chenrezig da un raggio di luce bianca emanato dalla fronte. Costui si prostrò davanti ad Amitabha e fece voto di impegnarsi indefessamente a tale scopo, promettendo che sarebbe entrato nel nirvāṇa solo quando tutti gli esseri viventi fossero stati liberi dalla sofferenza, e che, se avesse mancato alla promessa, si sarebbe infranto in mille pezzi.
Davanti al dolore universale, Chenrezig fu talmente colpito da scoppiare in pianto e da quelle lacrime si originò Tara, che divenne sua alleata nell’arduo compito. Insieme i due lavorarono per innumerevoli eoni, finché un giorno Chenrezig decise di salire in cima al monte Meru e, da lassù, verificare lo stato delle cose. Fu così che, con immenso sconforto, nonostante l’impegno profuso, egli scoprì che la sofferenza continuava a stringere il suo laccio intorno ai viventi, e la scoperta lo rattristò talmente da farlo rinunciare all’impresa e decidere di entrare immediatamente nel nirvāṇa.
Avendo mancato alla promessa, Chenrezig s’infranse all’istante in mille pezzi che, cadendo, scossero la terra e distolsero dalla contemplazione Amitābha, il quale, però, da quei frantumi, rigenerò Chenrezig e lo fece ancora più potente di prima.