Prepararsi al Viaggio in India, ovvero: selve di beatitudine e selve di rinascita

Pubblicato il 8 aprile 2025 alle ore 08:35

Kāśī/Benares, l'eccelso guado per l'attraversamento del saṃsāra, è nota dai tempi più remoti anche come "Selva di beatitudine", Ānandavana, e tale doveva apparire ai suoi antichi abitanti.

 

Il ciclo delle ri-nascite e delle ri-morti non è stato concepito solo come un periglioso oceano da attraversare, ma anche come un'insidiosa foresta:

fitta di alberi, cespugli, erba e rampicanti (le azioni e le passioni), infestata da insetti (i malvagi), essa è il nascondiglio ideale per i predoni (gli organi sensoriali). Le anime individuali, come una carovana di mercanti, vengono accecati dalla polvere sollevata dai turbini (la libidine), assordati dallo stridio dei grilli (le maldicenze), turbati dagli strilli dei gufi (i rimproveri), e si rifugiano presso alberi di cattivo auspicio (gli uomini irreligiosi), lasciandosi abbagliare dai miraggi (gli oggetti mondani).

Qualcuno finisce ingoiato da un boa (il sonno obnubilante) o viene morso da un serpente e cade in un pozzo oscuro (la tenebra dell'ignoranza). Qualcuno si aggrappa ai delicati rampicanti (le braccia delle fanciulle), smanioso di udire il cinguettio degli uccelli (i gorgheggi dei neonati), o spaventato dai leoni (per paura della morte), si accosta agli avvoltoi (gli eretici).

La carovana procede ininterrottamente, senza fare ritorno al punto di partenza del suo viaggio (Dio), né giungere alla fine del cammino.