Prepararsi al Viaggio in India, ovvero: Durgā e il regno di Kāśī

Pubblicato il 1 maggio 2025 alle ore 19:10

Il giusto re Dhruvasaṃdhi della città di Ayodhyā aveva due mogli devote: Manoramā e Līlāvatī. La prima diede alla luce un figlio di nome Sudarśana; dalla seconda nacque Śatrujit.

Un giorno, durante una battuta di caccia, il re venne ucciso da un leone, così si dovette decidere al più presto chi dei due figli fosse idoneo a salire al trono. Vīrasena e Yudhājit, padri rispettivamente di Manoramā e Līlāvatī, nel perorare ciascuno la causa del proprio nipote, finirono per dichiararsi guerra, e a soccombere fu Vīrasena, che cadde sul campo di battaglia, decapitato dal nemico. 

Manoramā, la povera madre di Sudarśana, vedova e ora anche orfana di padre, fu assalita dal timore per l'incolumità del figlio e così Vidalla, venerabile ministro del defunto re, le consigliò di fuggire e rifugiarsi nelle foreste di Kāśī, dove suo zio, il potente re Subāhu, avrebbe potuto proteggerla. 

Ella raggiunse allora l'eremo del muni Bhāradvāja, che l'accolse insieme al figlio e le offrì un luogo sicuro in cui restare.

Il tempo passò, Sudarśana crebbe e ottenne dalla Madre dell'universo un arco, delle frecce e un'armatura. Nel regno di Kāśī, intanto, la bellissima figlia di Subāhu, chiamata Śaśikalā, venne a sapere di quel valoroso principe che viveva nella foresta e se ne innamorò all'istante, decidendo che non avrebbe accettato nessun altro come sposo. A entrambi i giovani apparve auspiciosamente in sogno la Madre dell'universo, e a Sudarśana, sempre dedito a meditare sulla Dea, venne donato da un sovrano amico un carro trainato da quattro splendidi cavalli. 

Saputo del desiderio ardente di Śaśikalā, Subāhu organizzò un torneo per la scelta dello sposo tra i vari pretendenti, cercando invano, insieme alla moglie, di fare desistere la figlia dal suo intento. A Śaśikalā, però, non importava affatto che Sudarśana vivesse da reietto nella selva; mandò dunque una persona fidata per avvisarlo dell'imminente torneo e della sua ferma risoluzione a diventarne la sposa. 

Manoramā invocò per il figlio la benedizione di svariate dee e partì quindi con lui alla volta di Kāśī. Anche Śatrujit, accompagnato da Yudhājit, raggiunse la citta sacra per partecipare al torneo.

Il giorno designato, Śaśikalā, vestita e ornata splendidamente per le nozze, si rifiutò di presentarsi là dove i pretendenti erano convenuti per scegliere qualcuno che non fosse Sudarśana; così alla fine Subāhu fu costretto a cedere e a comunicare ai principi che non ci sarebbe stato alcun torneo. Yudhājit si infuriò e giurò di uccidere prima Subāhu, poi Sudarśana e infine di dare in moglie la principessa al nipote Śatrujit. 

Fu la stessa Śaśikalā, allora, a suggerire al padre il da farsi: celebrare il suo matrimonio con Sudarśana e poi farli fuggire. Nel caso in cui la guerra fosse stata inevitabile, tutto si sarebbe volto a loro favore grazie alla protezione della suprema Dea. Sudarśana, che mai aveva smesso di confidare nel sostegno divino,  non vacillò, né provò il benché minimo timore alla notizia che i pretendenti avevano deciso di bloccare la loro fuga e di rapire Śaśikalā.

Scoppiò dunque l'inevitabile conflitto, ma ecco improvvisamente apparire, splendida tra i combattenti, la Dea assisa sul leone: Durgā. Assunte molteplici forme, ella prese a combattere furiosamente e alla fine uccise Yudhājit e Śatrujit.

Subāhu, raggiante, le dedicò allora numerosi inni di lode e la Dea, compiaciuta, gli accordò la scelta di un dono. Il re chiese che la sua fede diventasse incrollabile e che la Dea restasse per sempre a Kāśī, a proteggere la città e a esservi eternamente celebrata. 

Fu così che il cuore degli abitanti di Kāśī si riempì di devozione per Durgā, la stessa devozione mostrata nei confronti di Śiva Viśvanātha, il Signore dell'universo (dal Devībhāgavata-purāṇa).